Vorrei che fosse un sogno. Vorrei svegliarmi e ritrovarlo al mio fianco. Vorrei sentire la sua voce che mi dice "Ti amo". Vorrei dirgli "Ti amo" come non glielo dico da anni. Vorrei essere abbracciata con amore. Vorrei ricambiare l'abbraccio con lo stesso amore. Vorrei che fosse tutto quello che non è: la dura e crudissima realtà. La mia realtà dei prossimi anni. Della prossima vita.
Vorrei aver riletto quelle lettere secoli fa. Le ho conservate come un monito. E me ne sono scordata come se fossero nulla. Andranno perdute. Quando anche lui se ne andrà. Rimangono i ricordi? Forse rimangano. Ma perdono quella forza che hanno quando ancora non sono passato. Ma io le avevo già dimenticate. Nel mio presente perfetto.
Primo giorno di conto alla rovescia da qui alla fine del dolore.
Di cosa ho paura davvero? Di ciò che mi aspetta? Di ciò che non avrò? Di ciò che ho perduto? Devo riuscire a concentrarmi su me stessa.
Devo trovare una via d'uscita.
Avevo tutto. E me lo sono lasciato sfuggire dalle mani. Presuntuosamente. Convinta che a me non sarebbe successo. E ho perso la mia purezza. Nessuno potrà mai più dire: lei non c'entra?
IL dolore lava la colpa? Il fatto di pagare i proprio debiti ci rende più puri?
Di tutto quello che avevo, adesso, mi resta solo questo spazio. Un diario. Iniziato in tempi felici. Quando pensavo che la vita fosse un'altra.
Come vorrei che fosse qui con me.
Fabrizio Corona il ribelle
14 anni fa
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