venerdì 28 novembre 2008

Dodicesimo giorno... Le speranze sono soffocate nel cuore

Testualmente quello che mi ha detto, delicatamente e freddamente per telefono:
non c'è nessuna nel mio cuore in questo momento. É un momento mio. Dove ci sono solo io. E quando questo momento finirà, tu avrai le stesse possibilità che potrà avere chiunque altra. Se ci sarà ancora qualche possibilità per qualcuna.
E GyM è una bella persona. Con cui lavoro bene. Ma per il momento non c'è nulla per lei. Come non c'è nulla per te.
Io voglio fidarmi di lui.
E vorrei che lui si fidasse di me. Vorrei che ritrovasse dentro se stesso l'amore.
Quell'amore che ora io sento fortissimo, aldilà di tutto il male che posso avergli provocato e che posso aver subito.
Lui, invece, è svuotato. Distrutto. La parte più profonda di me sa di averlo perso. Per sempre. Rimane viva quella minuscola speranza che mi accende sua mamma ogni volta che parlo con lei.
Ma lei non conosce bene tutta la situazione...
Novembre finirà. E inizierà dicembre. Un mese di luci e profumo di cannella e biscotti fatti in casa. Io non avrò questo. Io avrò la solitudine e il terrore e magari dentro questa solitudine e terrore proverò a cercare una strada tutta mia. Che al momento non riesco a scorgere. Perché forse, dopo Gae, una strada non c'è più da seguire.
Quando si ama qualcuno come io ho amato lui è impossibile pensare che l'amore, intenso, puro, pulito, possa tornare per un altro. Io posso solo rimetterlo in gioco per lui. Posso solo con lui.
Domani non potrò scrivere. A casa dei miei sarò isolata. Non ci sarà nulla per me. E lui sarà solo in un'altra casa. Altrettanto isolato. Vorrei stringermi a mia mamma. E dormire per sempre. Tornare nel suo grembo e rinascere un'altra volta. O non rinascere affatto. Mai più.
Come ho potuto perdere tutto questo? Come ci sono riuscita?
Non me ne darò mai pace. Rileggo i messaggi che mi ha scritto ieri.
Quelle parole gentile e piene d'affetto, ma lontane, senza passione. Senza amore appunto.
E mi chiedo se ci sarà ancora qualcosa per me....
Quando tornerò a scrivere sarà il 15°. 15 giorni di tortura e dolore infinito. E senza sosta.
Gae ti amo.

Dodicesimo giorno... Come devo essere

1) Presente ma non invadente --> non tornare a casa quando c'è lui ma in qualche modo fargli capire che quella è ancora casa mia

2) Essere dolce ma non sdolcinata --> Vorrei riempirlo di baci, coccole e carezze... Vorrei vivere solo per lui.

3) Niente scenate di gelosia --> Ma perché GyM si è messa in mezzo a noi?

Vorrei avere una palla di cristallo... Per vedere come finirà tutto questo...

Dodicesimo giorno... La tristezza di oggi e il futuro

Ho dormito dai miei. Per la prima volta dopo oltre 8 anni. E mentre lui accompagnava lei a casa, io vomitavo nel bagno dolore e paura. Li ho immaginati insieme nello stesso letto, quello che io gli ho cambiato prima di andarmene, loro due teneramente abbracciati. Lo sguardo dolce di lui su di lei. Quello che io non ho saputo meritarmi. Il cuore gonfio d'amore e speranze... Per un cammino insieme che è sempre più prossimo. E intanto a me manca da morire. E mentre nevica ancora, per la seconda volta intensamente, il vuoto e la perdita stanno provocando un baratro dentro di me. Non amerò mai più nessuno come ho amato Gae.

giovedì 27 novembre 2008

Undicesemo giorno... Il futuro di oggi


1ª carta: PRESENTE

L'Appeso
simboleggia un amore segreto e romantico magari inizialmente non corrisposto. Possibile anche un temporaneo allontanamento del partner in vista di un futuro felice insieme.








2ª carta: PASSATO

Il Giudizio

In campo sentimentale il Giudizio simboleggia un ritorno, la possibile rinascita di un legame.







3ª carta: FUTURO

L'Eremita

L'Eremita rappresenta un amore maturo dove i partner rispettano reciprocamente la privacy altrui.

mercoledì 26 novembre 2008

Decimo giorno... La lettera

So che devo evitare in tutti i modi qualsiasi contatto con te. Lo so benissimo. Solo che in questo momento mi manchi da morire. Una volta, tanti anni fa, ti avrei scritto da vivere...
Ma poiché è finita, da morire è più azzeccato.
Ho chiesto a Michele se era stupido o meno scriverti. Lui ha parlato con te. E sebbene io non gli abbia chiesto cosa vi siete detti (e lui, naturalmente, non me lo ha detto), dalle sue risposte capisco benissimo cosa puoi avergli detto.
Michele mi ha detto che scriverti non serviva a nulla. Ed è così. Lo so anche io. Non serve a nulla.
Solo che uno dei tanti oracoli che ho consultato stamattina diceva: "non date retta ai consigli di un amico".
E così ti scrivo.
Ti scrivo per dirti che mi manchi. E che so bene che non ci sarà mai più un ritorno. Non avresti buttato all'aria 15 anni di storia, con tutto quello che è stata la nostra storia, per un periodo. É vero che hai bisogno di tempo. Ma è il tempo necessario per effettuare il distacco. Non per cercare se nel tuo cuore c'è una piccola parte che ancora palpita per me.
So che non è così dal modo in cui mi guardi. I tuoi occhi comunicano solo pena. E io non ti piaccio più nemmeno fisicamente. Non mi vedi più come una donna. Solo come un cagnolino bastonato a cui hai voluto tanto bene. E al quale sei diventato allergico e sei costretto ad allontanare.
Io, invece, ho usato questi giorni, quasi due settimane, per ritrovare dentro di me l'amore per te. Un amore inutile. Che fa male a entrambi.
Che ferisce te di sensi di colpa. E uccide me di dolore. Un dolore che io nella mia vita non avevo mai provato. Una cosa lancinante. Fisica.
Ti spacca in quattro. Ti impedisce di pensare. Di lavorare.
Non c'è nulla che mi interessi. Io che avevo una vita piena di interessi sono completamente svuotata.
Stanotte sarà l'ultima nella tua casa. Forse potrà succede che ci ritorni. Ma mai più con te. Mai più insieme.
Dio mio come mi manchi...
Pregavo Dio che ci facesse tornare insieme. Amanti felici come non lo siamo stati mai. Ma la speranza è morta.
Ora prego Dio che mi aiuti a staccare la spina

Decimo giorno... I tarocchi (di stamattina)


1ª carta: PRESENTE
La Papessa Capovolta

La Papessa rovesciata suggerisce di prestare attenzione a menzogne o bugie da parte della persona interessata. Possibile frivolezza e comportamenti superficiali da parte dell'amato.Non ascoltate i cattivi consigli.






2ª carta: PASSATO
L'Eremita Capovolto

Questa carta fa presagire freddezza all'interno di un rapporto. Si ha il desiderio di solitudine e di stare del tempo per conto proprio.









3ª carta: FUTURO
La Ruota della Fortuna

Questa carta indica che la fortuna è dalla propria parte. La relazione può evolversi favorevolmente.

Decimo giorno... I tarocchi (di ieri)

Ho iniziato per gioco a farmeli on line. Così. Per provare. Nella convinzione che "a me sarebbe stato fatto il bene e non il male". Ma quando i responsi hanno cominciato ad arrivare, tutti più o meno uguali, ho chiuso a chiave ogni mia speranza. Ho incatenato i sogni. Non è che ci creda davvero. É un po' come leggere l'oroscopo. Ma forse un po' ci credo... Un po' come quando si legge l'oroscopo.
Domani tornerò dai miei. Ho la netta sensazione che in quella casa, ora la sua casa, non metterò più piede. Se non per riprendermi le mie cose.
Ieri ho scritto una mail a suo padre. Era una mail sincera. In cui ho cercato di essere giusta e onesta. Non mi ha neppure risposto. Anche per loro sono diventata feccia...

martedì 25 novembre 2008

Nono giorno... Addio NY


E così l'ho fatto. Ho rinunciato ad andare a NY. Non pensavo sarebbe successo. Non pensavo ce l'avrei fatta. Ma ce l'ho fatta. Ho scritto la mail che segnerà la mia condanna a morte. Addio a NY. Una delle cose a cui tenevo di più... Vedere NY a Natale. Vederla illuminata e accesa. Splendente e sfavillante di luci... Addio a NY. Non posso nemmeno pensarci. Ma è la verità. E non voglio nemmeno sapere come starò quella settimana...

Nono giorno... Umiliazione

Girati. Girati. Girati. Ti prego, stringimi la mano. Ti prego. Ti prego. Ti prego.
Chiudi le dita. Serrale tra le mie. Dai. Fallo. Fallo. Fallo.
Ho sbagliato io a cercare un'intimità inesistente. Sbaglio io a chiedergli ancora amore. Sono un'illusa a sperare che torni indietro. Che mi stupisca con qualcosa di immenso. Di grande. Devo trovare la forza di rassegnarmi. Di smettere di piangere e di continuare a vivere. Quanto male mi ha fatto? Come mi ha umiliato con tutti?

lunedì 24 novembre 2008

Ottavo giorno... Solitudine

Sono sempre sola. Sola quando mangio. Sola quando dormo. Sola nel dolore. E sola nella gioia. Sola nei miei pensieri. Sola nella città che si prepara ad accogliere il Natale. Sola scimmiottando un'altra me. Sarò mai anche pura? Perché tanto disprezzo verso di me? Cerco qualcuno che mi dia conforto. Ma non riesco a trovare nessuno. É colpa mia? Forse è colpa mia. Vorrei che fosse qui. E vorrei che non mi umiliasse. Vorrei che ci fossero dei tentativi. Vorrei amore. Ho bisogno d'amore disperatamente. Un amore sincero. Che non ho.

Ottavo giorno... La mancanza

Mi manca così tanto che quasi non riesco a respirare. Ma non risponde alle mie mail. Non mi cerca. Non mi manda messaggi. Parla con me solo se è strettamente necessario. E intanto si avvicina Natale. E io non riesco a trovare la forza per sopravvivere.
Il disprezzo profondo nello sguardo. Il suo sguardo quando guarda me. Un dolore profondo all'altezza del cuore. Il mio cuore quando penso a lui. E penso a lui ogni secondo. Se solo potessi tornare indietro....

Ottavo giorno... É arrivata la neve... E io non c'ero

La neve è arrivata e io non c'ero. Già. Non ero lì a gioirne. Non ero lì a pensare a come rendere più caldo il mio ritorno a casa (quale casa?) stasera. Non ero lì ad accendere candeline di canella e zenzero. A preparare torte di mela e zuppe calde.
É arrivata la neve e io mi trovavo da un'altra parte.
Perché mi sta succedendo tutto questo? Davvero mi merito tutta questa sofferenza? Sono stata davvero una persona così terribile? E perché solo io devo fare un esame di coscienza? Perché solo io devo cambiare? Perché ogni mio gesto, parola, azione è stato interpetato nel modo più negativo e distruttivo possibile?
Mi hanno accusato di avere passato la vita ad attaccare. Ma adesso che sono attaccata da tutti e completamente sola... chi si alza in piedi a gridare in mia difesa "sì. ma forse...".
Ieri, nell'incrocio buio della sera milanese che scendeva veloce, ho provato la solitudine profonda e unoversale. Con le macchine che mi passavano accanto piene di gente forse serena. Con lo sferragliare dei tram mentre aspettavo il mio. Guardando in alto un cielo senza stelle. Io so cosa significa essere sola al mondo.

sabato 22 novembre 2008

Sesto giorno... Nobody to blame

To blame... è un verbo che sta tornando spesso. No blame. Blame. Che ha un suono dolce. Ma un significato cattivo: incolpare. Dare la colpa. Accusare...
Blame...
Nobody to blame.
Nessuno da incolpare.
Quando non ci sarà più nessuno da incolpare... io sarò salva?
Blame per tornare pura?
To blame=incolpare

Sesto giorno... hey there Delilah



Questa è una canzone che un ragazzo molto dolce, ignaro di tutto, mi ha dedicato oggi.
Il testo dice:

Hey there Delilah
What's it like in new York city
I'm a thousand miles away
But girl tonight you look so pretty
Yes you do
Time square cant shine as bright as you
I swear it's true

Hey there Delilah
Don't you worry about the distance
I'm right there if you get lonely
Give this song another listen
Close your eyes
Listen to my voice it's my disguise
I'm by your side

Oh it's what you do to me
Oh it's what you do to me
Oh it's what you do to me
Oh it's what you do to me
What you do to me

Hey there Delilah
I know times are getting hard
But just believe me girl
Someday I'll pay the bills with this guitar
We'll have it good
We'll have the life we knew we would
My word is good

Hey there Delilah
I've got so much left to say
If every simple song I wrote to you
Would take your breath away
I'd write it all
Even more in love with me you'd fall
We'd have it all

Oh it's what you do to me
Oh it's what you do to me
Oh it's what you do to me
Oh it's what you do to me

A thousand miles seems pretty far
But they've got planes and trains and cars
I'd walk to you if I had no other way
Our friends would all make fun of us
and we'll just laugh along because we know
That none of them have felt this way
Delilah I can promise you
That by the time that we get through
The world will never ever be the same
And you're to blame

Hey there Delilah
You be good and don't you miss me
Two more years and you'll be done with school
And I'll be making history like I do
You know it's all because of you
We can do whatever we want to
Hey there Delilah here's to you
This ones for you

Oh it's what you do to me
Oh it's what you do to me
Oh it's what you do to me
Oh it's what you do to me
What you do to me

Sesto giorno... Perché Alessia corre

43 minuti. Con uno scatto finale di 3. E avrei potuto correre tranquillamente altri 6. Il giro completo dell'Arena. 6 minuti. Forse 12. Forse per sempre. Quanto corre più veloce GyM?

Sesto giorno... Perché GyM corre

"Perchè GyM corre". Perché GyM corre? Perché è più giovane di me. Perché si è laureata con il massimo dei voti. Perché parla tre lingue. Perché è bella, dolce, intelligente. E perché non lo ha mai ferito.
La mia torta rimane in cucina. Dura e secca. Questa mattina non l'ha neppure assaggiata. Mentre GyM corre.
Con GyM cammina per la piazza blu di Trieste. Con GyM consulta il menu e sceglie cosa mangiare. Con GyM corre la sera quando esce dal lavoro.
Con me non lo hai mai fatto. Non c'era mai tempo per fare qualcosa con me... uscendo dal lavoro. Quel tempo che gli ho chiesto, supplicandolo di darmnene un pochino, per me non c'è mai stato. Ma con GyM lui corre. E GyM corre veloce.
E io... io me ne sto qui a piangere e scrivere. Con il cuore pieno di un dolore che lui non vede più o, se lo vede, che lo infastidisce. Mentre lei, bella e solare, scalda le sue giornate. In una lontananza che è un abisso. E che non ha la benché minima intenzione di colmare.
In questa settimana non ha mai chiamato. Neanche un sms. Speravo lo facesse per prendersi il suo tempo. Ma la verità, che io devo imparare ad accettare, è che non c'è più spazio per me nei suoi pensieri.
LUI NON HA MAI PENSATO A ME IN TUTTI QUESTI GIORNI. NEPPURE PER UN ISTANTE.
É accettando questo e solo questo che posso diventare più forte...

Sesto giorno... La freddezza


Ci siamo rivisti. E lui era gelido. Gelido, distante e infastidito. La dolcezza è finita. Cosa provo e sogno non gli interessa più. Non gli dispiace più. "Noi" siamo stati cancellati. Ora c'è "io".
La solitudine mi ha raggiunto e travolto come un'onda anomala. 15 anni finiti in un soffio. Non c'è più passato. Ora esiste solo il suo presente. E io non ne faccio parte. Non tornerà indietro.
Ora ne ho la certezza. Non c'è alcuna possibilità. "Noi" non esiste più.
É stato a Trieste nei giorni scorsi. Io non c'ero. Lui l'ha vista con GyM. Ma non è questo a ferirmi. Mi ha ferito la frase: "Trieste è bellissima". Mi ferisce questo sbattermi continuamente in faccia la fine. "Alessia è finita". "Alessia sei fuori".
Ma io l'ho capito davvero? A volte mi sembra di averlo intuito. Altre volte mi sembra solo un incubo. Forse da questo arriva la forza.
Continuerò a mettere in pratica il mio piano. So che in questo modo non ci vedremo più. E lui non chiamerà. É finita. E lui è già volato via.

venerdì 21 novembre 2008

Quinto giorno... A proposito della notte scorsa

... Non so come, ma è passata. La lunga notte di fuga... Tutto è andato per il meglio. Eccetto che... non so come si evolverà la situazione. La notte scorsa era una specie di spartiacque. Il prima e il dopo. Il lì e il qui. E io non ho ben capito da quale parte del mondo mi trovo...
Vado a prendere un caffé...

Quarto giorno... Ormai quinto

Superata mezzanotte. Mancano sette ore al lancio. Posso farcela. Ho bisogno di una sigaretta. E poi devo trovare un angolino nel quale rannicchiarmi. Ma andrà bene... Anche se purtroppo abbiamo dovuto sentirci per cause di forza maggiore.
Riporto due messeggi che mi ha scritto. E che devo capire:

"No. Lasciati a casa. Ora sono sotto casa. Scusa, non volevo essere aggressivo. Ero preoccupato e mi dispiace. Solo questo. E sono a pezzi, non solo per lavoro."

"Grazie per la torta! Sei un tesoro. Se non vuoi che ti venga a prendere ci vediamo sicuramente domani. Niente ponti :-)"

Non ha detto nulla in merito al rebus. Forse non ne ha capito l'importanza. O forse... sta al gioco. Speriamo che sia così.
Cerco una sigaretta. Spero di riuscire a superare la notte senza problemi.

giovedì 20 novembre 2008

Quarto giorno... La lunga notte


La lunga notte è cominciata. Sono ancora in tempo per tornare indietro. Ma non lo farò. Ho paura. Mi sento una clandestina. Una ladra. E Gae mi manca da morire. O forse mi manca la possibilità di poter tornare a casa da lui. Mangiare con lui. Vedere insieme la televisione. Addormentarmi in un letto.
Ho mangiato del pessimo sushi e dei broccoli (qualcuno si accorgerà dei resti nella spazzatura? Devo ricordarmi di buttare via il sacchetto domani mattina quando andrò a fare la colazione). Ho preso un film in affitto. Qualcosa che mi tirasse su di morale: Sex and the city. Riuscirò in questo modo a far passare la successiva ora e mezzo.
E poi? Spero che G. mi chiami. Anche solo uno squillo. "Dove sei?".
Non può odiarmi a tal punto da non importargli più nulla di me. In questi tre giorni non ha mai chiamato. Non si è mai fatto sentire...
Ma il mio problema ora non è questo.
Devo superare questa notte. Devo toccare il fondo. Provare la solitudine e l'alienazione estrema.
E risorgere dalle ceneri come una fenice.
Sono terrorizzata.
Ti prego G.... chiamami. Dammi una minuscola speranza...

Quarto giorno... Si avvicina la sera

Arriva a grandi passi la sera assassina. Quella più lunga. Quella in cui sarò in fuga da tutti e da tutto. Adrenalina e terrore. Terrore di non riuscire ad arrivare al mattino. E terrore che il mattino non porti con sé nessun cambiamento. Finora è stato facile. Ma come starò quando domani nulla sarà cambiato?
E devo superare questa lunga notte da sola. Nascondermi al mondo dal mondo. Come un ladro o una spia... Non sarà semplice...
Sicuramente, il fatto di sparire avrà delle conseguenze. Spero che almeno si chieda "dov'è?". Se torno a casa il gioco finisce. Se torno a casa avrò perso. Ma passare una notte nel nulla... Io non l'ho mai fatto.
Finora ho sempre avuto un posto speciale dove andare o tornare...
Ce la posso fare. Posso riuscirci. Ma penso a quelle lunghe ore senza fine. Le due. le tre. Le quattro. Quando il mondo dorme. E avrò solo una sedia e una scrivania.
Sarà una lunga notte. E, intanto, si avvicina la sera...

Quarto giorno... Il gioco

Anche ieri non ha pensato a me neppure una volta in tutta la giornata. Tant'è che non mi ha mandato nemmeno un messaggino. "Sto bene e tu?". "Come va?". "Qui freddo e lì?".
Io, invece, ho pensato a lui tantissimo e ho escogitato un piano. Che poi, ogni volta che scrivo piano, chissà perché digito "pianto".
In realtà sto bene. Mi sento come Rossella O'Hara e domani è un altro giorno. Non ho paura di rimanere sola. Non ho paura di perderlo. Non ho paura di quello che sarà.
Mi fa soffrire che dopo 15 anni si possa essere dimenticato di me in 3 giorni.
Mi fa soffrire che quella puttana di GyM passi con lui le sue giornate, serate, forse nottate e io non possa neanche telefonargli.
Ma sto bene. Il mio piano è divertente. Se sta al gioco potrebbe essere divertente anche per lui. Forse non lo capirà. Forse la sua razionalità e rabbia gli impediranno di scorgenrne i lati comici. Ma è davvero un gran piano.
Stanotte, se tutto va come deve andare, dormirò fuori per la prima volta.
Sarà un po' come fuggire di casa a 16 anni. Sarà emozionante.
Sono in fuga da tutto e da tutti.
Sto bene. Non so da dove mi arrivi questa forza. Ma era da anni che non mi sentivo così viva. IO SONO VIVA!

Il Fujihama vegliava... su di me. Sui miei pensieri riflessi... in un bicchiere di profumato té... Che c'è? Sotto i mandorli in fio-o-re... Guardavo il cielo pensando... cercherò UN PICCOLISSIMO MONDO... TUTTO MIO DOVE IO SARO' IO E TU... DISEGNERAI DENTRO AL BLU LA MIA VIA...

mercoledì 19 novembre 2008

Terzo giorno... La frustrazione

Nessuna positività al momento. Quello che ieri mi aveva reso più forte oggi mi abbatte. Sono stata accusata. Da tutti. Nessuno ha messo in discussione che la colpa potesse essere anche sua. La colpa è stata mia. Che non l'ho capito. Che sono stata aggressiva. Che non sono dolce.
Stanotte ho elaborato una specie di piano. Che probabilmente non servirà a nulla. Ieri non si è mai fatto sentire. E non lo farà nemmeno oggi. Con lui c'è l'altra. Quella perfetta. Bella, intelligente, simpatica, giovane. Cenano assieme. Fanno colazione assieme. Lavorano assieme. Un'intera giornata di condivisione che a me non è mai stata concessa.
Troverò il modo di sparire. Pufff... Volatilizzata.
Magari potessi farlo davvero.

martedì 18 novembre 2008

Secondo giorno - Chi dice che l'agnello sia più bello del lupo?

Giornata positiva. Non sono come né perché ma mi sento assolutamente fredda e distaccata rispetto alla situazione. Troverò una soluzione e, comununque vada, sarà la migliore per me. Anche oggi sono stata accusata di essere "troppo aggressiva".
Finora mi sono sentita dire, in generale dalle persone con cui ho parlato che sono:
- un gran scassacazzi che non molla il colpo fino a che non ha ucciso la sua preda (definizione che mi ha fatto sorridere)
- una persona con cui è difficile convivere (definizione che mi ha ferito e infastidito)
- una persona poco dolce (definizione che ritengo non veritiera)
- un vulcano che dovrebbe imparare a eruttare deboli rivoli di lava, anziché fiumi (definizione che ritengo assurda. Non sono mille volte più belli i vulcani che eruttano di quelli che se ne rimangono dormienti in attesa che qualcosa succeda?)

A tutto questo ho risposto che "sì. É colpa mia". "Sì. Sono una persona poco dolce". "Sì. Sono una persona aggressiva e con la quale è difficile convivere".
Ovviamente io non mi ritengo tale. Penso di essere una persona sincera e leale. Che dice ciò che pensa. Senza, però, portare rancore dentro. Neppure per un minuto. Dando molto più di quello che riceve (sono stata anche accusata di prendere anziché dare). Non sono fintamente buona. Amo la vita e amo chi mi sta intorno. E non ho paura di dire "Sì. Ho sbagliato". E anche "Scusa".
Anche se le scuse di oggi sono di cortesia. Vogliono fare di me una persona ipocrita. Forse è così che si sta al mondo. Ma io posso cedere davanti ai loro occhi (e cederò). Ma non penserò mai che questo sia giusto.
Questo è sbagliato. É sleale. Ha un sapore falso dal gusto metallico. E non mi piace. Ma se è questo che tutti si aspettano da me, saranno accontentati...
Potrei scrivere un racconto su questo argomento. Che avrebbe per protagonisti gli animali. Un po' come le fiabe di Esopo. Un lupo trasformato in agnello. A cui hanno ucciso l'indole. E chi ha detto che l'agnello sia più bello del lupo?

Bilancio della giornata: Gae mi ha pensato solo una volta. Gli avevo dolcissimamente chiesto di mandarmi un messaggio per ogni volta che avesse pensato a me nell'arco della giornata. Di messaggio me n'é arrivato solo uno. Dettato, forse, più dal bisogno di tranquillizzarmi, che da un pensiero suo nei miei confronti.
Se io avessi dovuto mandargli un messaggio per ogni volta che ho pensato a lui, gli avrei finito la memoria della SIM e forse anche quella del telefono.

CHI LO DICE CHE L'AGNELLO SIA PIU' BELLO DEL LUPO?

Secondo giorno... Alba

Sono le 6.21 e sono sveglia. Ma ho dormito tutta la notte e mi sono svegliata solo perché è suonata la sua sveglia. Sembra un giorno migliore. Nonostante oggi se ne andrà per la prima volta solo da quando stiamo assieme, da 15 anni.
Io non potrò chiamarlo. Sentirlo. Spiarlo. Sarà lontano. Fisicamente, oltre che emotivamente.
Ma io ho una specie di piano. Che non è detto funzioni. Ma sarà un tentativo. E se non funzionerà ne escogiterò un altro. Questo mi permette di sentirmi viva.
Nel frattempo, penserò a me. Cercherò di cambiare lavoro. Cercherò di orientarmi in mezzo al buio. Prima o poi ci si abitua all'oscurità e i contorni delle cose diventano visibili.
La speranza di riprendermelo, intanto, si affievolisce. Il suo sguardo dolce e compassionevole mi ripete continuamente che non c' più amore. Né passione.
Ma come un don Chisciotte impazzito lotterò contro i mulini a vento.

lunedì 17 novembre 2008

Primo giorno... Quasi notte

Si dimentica il male subito? Lui potrà lasciarselo alle spalle e ricominciare? Sto morendo di paura. Oscillo tra realismo e ottimismo. I suoi occhi mi dicono che non c'è alcuna possibilità di recupero. La sua gentilezza di ora mi disorienta. Perché dopo tanto male? Perché solo adesso? Lo ascolto e lo spio. Sono diventata una spia... I'm a spy... in the house of love. Ma di love non ce n'è più. Eppure mi sento una spia. Cerco di carpire segnali. Io che ho sempre saputo cosa fare e cosa dire ora non so più neppure chi sono. Sbaglio davvero io? Sbagliano loro? Il giudizio è veriteriero? E lui non avrà esagerato? Serve cercare una colpa? A questa domanda so rispondere perfettamente. No. Non serve. Non serve più a lui. E non serve a me. Serve cercare un rimedio. E servono queste parole che mi aiutano a non pensare. Scrivere come un flusso di coscienza. Per annullare i pensieri e trasporli sulla carta. Una parola dietro l'altra. I muri si costruiscono. I muri si abbattono. E quello che sembrava eterno non lo è. Mai dire mai. Ha detto lui oggi a un amico. Non parlava di me. Di noi. Ascoltavo immobile sul divano. Spiavo la sua conversazione. Sapevo che lo stavo ascoltando. Mai dire mai era detto per me? La risposta razionale è no. La risposta emotiva è Sì. Fortissimamente sì.
Nel mezzo del cammin di nostra vita... mi sono ritrovata per una selva oscura.... Ma alla fine lui vide le stelle. Dopo l'inferno (questo) e il purgatorio. Poi ci fu il Paradiso. Ma quella è un'altra storia e non riesco a pensarci.
Scrivo velocissimo. Sebbene alla fine i pensieri siano sempre gli stessi che girano impazziti su se stessi. Senza una meta e senza una ragione.
Giorno primo. Quasi notte. Dove dormo stasera? Con lui che per pietà mi tiene la mano? Mi aggrappo alla pietà sapendo che non mi salverà. Non è pietà che bisognerebbe cercare. Ma amore. E amore non ce n'è più...
Io ho sofferto. Sono capace di soffrire. Ma è da troppo tempo che la mia vita scorre via liscia e devo riabituarmi alla tragedia. Quasi notte. La prima notte di una certezza.
Partire dalla certezza: non è più mio.
Partire da un presupposto: lo amo da morire e lo voglio al mio fianco nel mio futuro.
Scrivo per scaramanzia. Perché in passato questo era stato bene. E io mi ero salvata.
Ma il passato è passato e non tornerà. E la situazione di ora non ha nulla a che vedere con quella di un tempo. Ci sono 15 anni in più.
Vecchiaia. Sentirsi come un yogurt che sta per scadere, pregando che qualcuno ti afferri dallo scaffale. Io non prendo mai la merce quasi in scadenza...
Dirlo o non dirlo.
Se lo dico è vero. Se non lo dico fingo.
Serve a qualcosa?
Quello che dice la gente è prezioso. Come un'ancora in mezzo a un mare piatto.
Ma forse dovrei proseguire la navigazione. Aspettare non porterà a nulla. Dormire sul divano. Decisione di adesso. Penso sia giusta.
Non sarebbero tutti d'accordo.
Mi sveglierò mille volte. Cercando ancora un'altra speranza. Rimanendo a fissarlo. Sperando nel sonno di togliergli le idee sbagliate e tenere quelle che vanno bene. Vanno bene per me.
Ho finito le parole. É finito il primo giorno. Con un nulla di fatto. Ancora non vedo chiara la via. Ancora mi crogiolo nel nulla. Lui, invece, sa dove andare e andrà... Andrà senza di me.
Gioco: se riesco a passare con il cancello che sta per chiudersi staremo assieme per sempre.

Primo giorno... Vorrei che fosse un sogno

Vorrei che fosse un sogno. Vorrei svegliarmi e ritrovarlo al mio fianco. Vorrei sentire la sua voce che mi dice "Ti amo". Vorrei dirgli "Ti amo" come non glielo dico da anni. Vorrei essere abbracciata con amore. Vorrei ricambiare l'abbraccio con lo stesso amore. Vorrei che fosse tutto quello che non è: la dura e crudissima realtà. La mia realtà dei prossimi anni. Della prossima vita.
Vorrei aver riletto quelle lettere secoli fa. Le ho conservate come un monito. E me ne sono scordata come se fossero nulla. Andranno perdute. Quando anche lui se ne andrà. Rimangono i ricordi? Forse rimangano. Ma perdono quella forza che hanno quando ancora non sono passato. Ma io le avevo già dimenticate. Nel mio presente perfetto.
Primo giorno di conto alla rovescia da qui alla fine del dolore.
Di cosa ho paura davvero? Di ciò che mi aspetta? Di ciò che non avrò? Di ciò che ho perduto? Devo riuscire a concentrarmi su me stessa.
Devo trovare una via d'uscita.
Avevo tutto. E me lo sono lasciato sfuggire dalle mani. Presuntuosamente. Convinta che a me non sarebbe successo. E ho perso la mia purezza. Nessuno potrà mai più dire: lei non c'entra?
IL dolore lava la colpa? Il fatto di pagare i proprio debiti ci rende più puri?
Di tutto quello che avevo, adesso, mi resta solo questo spazio. Un diario. Iniziato in tempi felici. Quando pensavo che la vita fosse un'altra.
Come vorrei che fosse qui con me.

Primo giorno...

... Non avrebbe dovuto diventare un diario personale. Ma al momento non ho scelta. Questo è il primo giorno. Il primo giorno senza Gae. Il primo giorno, dopo 15 anni, in cui io e lui non apparteniamo più allo stesso mondo. Non ci apparteniamo più.
Mi ha lasciato dopo 15 anni. Non so neppure se ho capito bene cosa ciò significhi e voglia dire. Stanotte rileggevo le lettere che mi ha scritto, a dire il vero, tutte risalenti al primissimo periodo... E mi amava. Mi amava follemente. E ora non c'è più amore per me dentro di lui...
Mi ha detto: "non ce la faccio a rimettermi in gioco con te. Ci ho provato e riprovato. Ma adesso non ce la faccio più. Voglio fare la mia strada".
E io ascoltavo piangendo. Pregando che non fosse vero. Che volesse solo farmi paura. Ma non è così.
Dice che la porta è chiusa. Sbarrata. Gli ho chiesto se spingendola si sarebbe aperta. E mi ha detto di no. Mi ha detto che forse potrei provare a cercare una chiave. Ma non è nemmeno sicuro che ci possa essere una chiave per quella porta.
Dice che non sa bene cosa vuole. Non vuole me.
Sono fredda e gelida. Cerco di ricordare le parole. E cerco di non aggrapparmi a nessuna speranza.
Io ho tre possibilità ora:
1) provare a bussare a quella porta, sperando che ci sia qualcuno ad aprire e che voglia farmi entrare.
2) cercare la chiave (ammesso che che ci sia una chiave) e provare ad aprire da sola la porta.
3) lasciamri la porta alle spalle.

Non so nemmeno da che parte cominciare. E me ne sto dietro alla porta cercando di capire cosa si muove dall'altra parte.
Sto male. Ma il dolore, di solito, ha un suo perché.
Io Gae l'ho già perso (ma forse non lo avevo ancora avuto) in passato. E ritrovato.
Ora l'ho persono dopo 15 anni, dopo 8 di convivenza, dopo una vita assieme...
Da dove devo ripartire? Mi dicono tutti da me stessa.
Ma che significa? Ripartire da me stessa? Da quale punto di me stessa?
Non so nulla. So che non voglio perderlo. E potrei partire da questa unica certezza che mi rimane momento. E poi? Dove vado?
É finita la musica dentro di me. Ho solo una canzone di Vasco che mi continua a tornare nelle mente: La nostra relazione... Che finisce malissimo.