domenica 18 maggio 2008

La VITA è SNELLA

Dedicato a Antonio, Emi P. e Silvia...
A volte le persone...

giovedì 15 maggio 2008

Anestesia per il cervello

Io ho un trucco. Un trucco perfettamente funzionante. La miglior droga esistente al mondo per anestetizzare il cervello. Bloccarlo fluttuante in una dimensione fuori dalla realtà. Nessuna droga sortisce il medesimo effetto. Anche perché qualsiasi droga ha lo svantaggio di essere facilmente smascherabile. Il mio sistema non lascia alcuna traccia. Nessuno, davvero nessuno, può rendersi conto di quello che faccio. Anestetizzare il cervello è l'unico modo per non soccombere alle ingiustizie (alle supposte ingiustizie). É l'unico strumento per diventare immortali. E immorali. Uccidere i sentimenti. La paura. La rabbia. Il senso di impotenza. Il dolore atroce. E vivere nel limbo. Un limbo che sembra felicità. Pieno di cose. Mentre la mia vita va malamente a rotoli. Vivere spinti da una continua sensazione di euforia. Adrenalina pura talvolta. Che basta continuare ad alimentare. Chi potrebbe sapere cosa sento e cosa provo? Nessuno sa quello che sono. Questo è un grande vantaggio. Certo, la dose è sempre da riformulare, riadattare. E le sostanze che andavano bene il mese scorso, devono essere sostituite quello successivo. Il rischio di assuefazione è altissimo. Ma è l'unico rischio. Ora. Conosco benissimo le due strade che mi si aprono davanti. E ho scelto quella che apparentemente più semplice. Apparentemente. L'ho scelta per paura dell'altra. Forse, ma questo potrebbe essere il mio desiderio di eroismo, neppure paura per me stessa. Anestetizzare il cervello per non soffrire. Mai. Qualunque cosa mi accada intorno. Andrà tutto bene. Per chi continua a vivere. Io sono morta da tempo. Per questo le cose non andranno più né bene né male. E per questo devo assolutamente trovare un altro meccanismo per anestetizzare il cervello.

domenica 11 maggio 2008

Un Italiano in America

Immagine di Un italiano in America
É il libro che sto attualmente leggendo. Ironico, divertente, sicuramente datato (il resoconto del soggiorno di Severgnini a Washington risale alla metà degli Anni Novanta, mi pare 1995), decisamente scanzonato nel modo di irridere gli americani e gli italiani, Un Italiano in America è una lettura perfetta per chi sta organizzando un viaggio negli States. Ancora più indicato, però, per chi negli Stati Uniti c'è già stato e sta cercando di dare una spiegazione a certe sensazioni, emozioni, pensieri provate/pensati.

Perché per quanto riteniamo che il nostro occhio sul mondo sia originale e unico, c'è sempre qualcuno che prima di noi ha visto con il nostro stesso sguardo, amato con il nostro stesso amore, odiato con la medesima forza e il medesimo ardore. Questo l'insegnamento.
Poi c'è il piacere di scoprire e ritrovarsi in situazioni vissute e interiorizzate, divenute parte di me.
Buona lettura.

Quando un italiano si guarda intorno e si accorge di essere arrivato in America, viene colpito spesso dalla "sindrome russa". I sintomi sono i seguenti: confusione mentale, desiderio di acquistare tutto ciò che vede e generica sensazione di essere sbarcato nel futuro. Non un futuro fantascientifico. Diciamo dieci anni, più che sufficienti per confondere le idee anche del viaggiatore esperto...

Messi di fronte alla novità, in sostanza, ci rendiamo conto che l'America non è l'unica nazione a possedere una natura adolescente. Il fenomeno è universale. Il fatto che in Europa evitiamo certi comportamenti, non prova che siamo più seri. Prova, invece, che non siamo capaci d'inventare giochi altrettanto divertenti...

Questo paese... non ci attira soltanto per i suoi aspetti insoliti, ma anche per i suoi tratti comuni. Per amare gli Stati Uniti non basta apprezzarne gli scenari naturali o le meraviglie architettoniche. Occorre, in più, un particolare gusto per l'ovvio e, occasionalmente, per l'orrido. É la prevedibilità dell'America, in altre parole, di cui presto non riuasciamo a fare a meno...

Un libretto degli assegni provvisorio viene consegnato immediatamente. La scelta del modello definitivo avviene su catalogo. Esiste un modello classico, quello finto-antico e quello con Gatto Silvestro sul fondo di ogni assegno. Mia moglie, naturalmente, sceglie Gatto Silvestro. Questo, direi, è stato il modello più duro della giornata... (diciamo che sicuramente anche io avrei scelto Gatto Silvestro)

UN ITALIANO IN AMERICA
Di Beppe Severgnini
Edizioni BUR
Costo 8,20€

venerdì 2 maggio 2008

Non togliete le dichiarazione dei redditi dalla rete!

Un atto di grande civiltà mettere in rete le dichiarazioni dei redditi degli italiani. Dichiarazioni dei redditi che, per quanto frettolosamente tolte dal Garante per la Privacy (ma quale Privacy? Non dovrebbero, forse, essere lo specchio del nostro stile di vita? Ovvio, se non si nascondono scheletri nell'armadio per cui possediamo una casa al mare nella zona più in d'Italia, abitiamo in via Stampa a Milano, possediamo un'azienda e dichiariamo 17.000euro l'anno... poco più dei dipendenti che lavorano nella stessa azienda! Cose che possono succedere solo in questo paese di merda)... Dicevo, dichiarazioni dei redditi che, grazie ai maghi della rete, ora stanno circolando liberamente nel web... Per soddisfare la curiosità di tutti...
Chissà come mai, io che lavoro con contratto a tempo indeterminato 8 ore al giorno e non possiedo case, auto, proprietà, ricchezze nascoste..., beh, chissà come mai io personalmente non sento che la mia privacy è stata violata... Nel 2005 la mia dichiarazione dei redditi era di 11mila euro (6.000euro in meno della mia capa azionista. Possibile?). Quest'anno sarà di 22mila euro... Un bel salto in avanti, direi...